Gandhi. Il Risveglio Degli Umiliati by Jacques Attali

Gandhi. Il Risveglio Degli Umiliati by Jacques Attali

autore:Jacques Attali [Attali, Jacques]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
Tags: General, Religion, Leadership, Biography & Autobiography, Hinduism, Religious
ISBN: 9788864111537
Google: LjSWuAAACAAJ
editore: Fazi
pubblicato: 2011-01-14T23:00:00+00:00


Le undici richieste

Il 2 marzo Gandhi manda al viceré una lunga e ingegnosa missiva, a cui ha molto lavorato con Patel, prima che venisse arrestato, poi con Desai e Nehru, e il cui tenore sarà tenuto segreto per una settimana. Nehru non sa della scelta del sale come tema della prima battaglia e la lettera ancora non lo rivela.

Gandhi esordisce col minacciare il viceré di violenze: «Attendere ancora è un peccato. È risaputo che, sebbene disorganizzato e per il momento ancora insignificante, il partito della violenza guadagna terreno e fa sentire la sua presenza. Il suo obiettivo è lo stesso che ho io, ma sono convinto che non potrà portare alle moltitudini silenziose la soddisfazione desiderata»168. Se il viceré non vuole la violenza, deve soddisfare undici rivendicazioni lungamente maturate. Altrimenti, sarà sciopero generale109. La liberalizzazione del commercio del sale è solo una di queste undici richieste, la quarta, citata en passant, senza insistere. Eccole tutte:

1. divieto di vendita di alcolici;

2. un miglior tasso di cambio tra rupia e scellino;

3. riduzione della metà della tassa fondiaria;

4. abolizione della tassa sul sale;

5. riduzione della metà delle spese militari;

6. riduzione degli stipendi degli alti funzionari;

7. instaurazione di diritti di dogana sugli abiti stranieri;

8. concessione del monopolio del traffico costiero alle navi indiane;

9. liberazione di tutti i detenuti politici, tranne quelli accusati di omicidio;

10. soppressione del Criminal Intelligence Department o suo controllo da parte di rappresentanti eletti;

11. diritto al porto d’armi per gli indiani.

Queste undici richieste costituiscono un riassunto perfetto delle aspirazioni concrete degli indiani dell’epoca. Le ha elaborate tutte Gandhi in persona, tranne la seconda, la terza e l’undicesima110.

Gandhi continua la sua lettera annunciando al viceré che lancerà un movimento, ma lo fa in termini vaghi168: «Questa nonviolenza si esprimerà per mezzo della disobbedienza civile, limitata per il momento agli abitanti dell’asram del satyagraha, ma destinata alla fine dei conti a toccare tutti coloro che decideranno di unirsi al movimento, con dei limiti evidenti». Conclude con un formidabile riassunto in poche righe dei suoi rapporti con la potenza coloniale:

La mia ambizione è niente meno che convertire il popolo britannico con la nonviolenza e di mostrargli in tal modo il torto che ha fatto all’India. Io non cerco in alcun modo di nuocere al vostro popolo. Io voglio servirlo, proprio come il mio. Credo di averlo sempre servito. L’ho servito ciecamente fino al 1919. Anche quando i miei occhi si sono aperti e ho inventato la non-cooperazione, il mio scopo è rimasto lo stesso.169

L’indomani, il 3 marzo, senza attendere la risposta del viceré (che non arriverà mai), svela al consiglio direttivo del Congresso riunito a casa sua, ad Ahmedabad, il metodo che ha scelto senza consultarli: sarà una marcia di 400 chilometri da Sabarmati a Dandi per andare, in violazione della legge, a raccogliervi del sale. Partenza tra nove giorni, il 12 marzo all’alba. Arrivo il 6 aprile. Percorreranno tra i 15 e i 20 chilometri al giorno.

Per il consiglio direttivo e il suo presidente Jawaharlal Nehru si tratta di un’enorme sorpresa. Nehru se



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